venerdì 9 giugno 2017

Rotolando verso nord: la conferenza


Meine Damen und Herren, bitte steigen Sie ein. Vorsicht an den Türen. Ihr Zug fährt jetzt ab.
 
Il mio treno sfreccia in direzione nord. Ad attendermi c’è la capitale, Berlino. Nonostante ci sia già stata, è la prima volta che ci vado da sola e sono un po’ emozionata. Lascio correre lo sguardo dal finestrino: il paesaggio si fa sempre più piatto, l’orizzonte si apre davanti ai miei occhi. È un grande cambiamento per il mio sguardo che, fino a ieri, era stato limitato dalle maestose e imponenti Alpi svizzere, la cui costante presenza mi faceva sentire ora al sicuro e ora prigioniera.
Adesso il mio treno corre in una sconfinata distesa verde puntellata, di tanto in tanto, da piccoli agglomerati di case. Cerco di evitare la mia immagine riflessa sul finestrino, la mia faccia stanca delle cinque del mattino non mi piace. Spero che nessuno si sieda accanto a me perché oggi non ho voglia di fare conversazione. Solitamente mi piace conoscere le persone in treno: è come affacciarmi per qualche ora in un mondo completamente nuovo, esplorarlo e tastarne i contorni. Spesso ho conosciuto persone interessanti durante i miei viaggi: un frate francescano, un vecchio falegname di un paesino sperduto nella foresta nera, un professore di viola dell’università di Berna, una ragazza turca partita da sola in cerca della sua strada, un arabo che mi raccontava del suo modo di vivere e praticare la religione in Germania. Ma oggi sono troppo indaffarata con i miei pensieri per essere aperta a quelli degli altri. A Berlino mi aspetta una conferenza in una delle università più rinomate della Germania. Ho mandato la candidatura senza pensarci troppo. L’ho scritta in un pomeriggio, contagiata dall’entusiasmo di una mia amica. L’email in cui mi comunicavano che il mio paper era stato selezionato e che avrei quindi partecipato a questa conferenza è stata una doccia d’acqua fredda. Prima l’euforia, poi la paura. Perché hanno scelto me? Sarò all’altezza? Sarò in grado di fronteggiare le domande durante la discussione? Non è la prima conferenza a cui partecipo, ma il nome di questa università mi incute un po’ di soggezione. Così sto qui seduta, circondata da libri e dai miei appunti, frenando lo sguardo che, indisciplinato, approfitta di ogni attimo di distrazione per fuggire di nuovo verso l’orizzonte e perdersi nel verde. Berlino, sto arrivando!   

 

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