Mentre mangio una
tapa nel locale affollato di una strada non lontana da “casa mia” qui a
Siviglia, sento il suo sguardo su di me. Corrugo la fronte con espressione interrogativa
e un po’ di disagio: non mi piace quando qualcuno mi fissa. “Ho qualcosa che
non va?” chiedo, immaginando di avere qualcosa tra i denti. “No, è solo che hai
un volto interessante”.
Interessante
lo si dice anche davanti di un’opera d’arte astratta di dubbio gusto. Glielo
faccio presente.
“Non mi
fraintendere, è un complimento” continua “hai i lineamenti da gitana – come Esmeralda del Gobbo di
Notre-Dame”.
“Una zingara
allora?”, rido.
“Una nomade”
conclude.
Una nomade, è
vero. Non ha sbagliato questa persona che mi conosce appena. Che mi sia scritto
in faccia il mio destino?
Mi viene in mente
il frammento di un dialogo del poco conosciuto filosofo socratico Fedone, Zopiro. In questo dialogo il
fisionomista Zopiro, dopo aver osservato attentamente i tratti del volto di
Socrate, dichiara che il suo aspetto esteriore farebbe pensare a una natura
intellettualmente limitata e incline ai vizi. Gli amici di Socrate ridono:
questo fisionomista deve essere un incompetente o un ciarlatano! Come fa a dire
che Socrate, maestro di virtù e di temperanza, sia ottuso e vizioso? Solo
Socrate non ride e anzi guarda Zopiro con divertita ammirazione. “Ci hai visto
giusto, caro Zopiro, ti faccio i miei complimenti”. Gli amici di Socrate
improvvisamente smettono di ridere e guardano increduli prima Socrate, poi
Zopiro e poi di nuovo Socrate. Cosa sta dicendo? È impazzito? Socrate aggiunge:
“Quello che dici su di me è vero, ma io sono riuscito a domare la mia natura
viziosa attraverso il logos”.
Che cosa avrebbe
detto Zopiro di me? Una persona che mi conosce da tre giorni ha visto una
nomade nei tratti del mio viso – forse era scritto già lì il mio destino, anche
quando abitavo in un piccolo paese dell’entroterra siciliano e non conoscevo
altra lingua all’infuori della mia e del mio dialetto, anche quando non avevo
ancora oltrepassato i confini nazionali e a malapena quelli ragionali. Nomade.
Forse Socrate mi
direbbe che ciò che i tratti somatici rivelano si può cambiare, educare, domare.
Ma in fondo non mi dispiace essere nomade.
Straniera
dappertutto e dappertutto a casa.
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