mercoledì 19 luglio 2017

Giovani trentenni: l'opera e l'età




Se chiudete gli occhi e ascoltate questo duetto, che cosa immaginate? Una voce da basso-baritono sta cantando mentre prende le misure della camera dove istallerà il talamo nuziale destinato a lui e alla sua sposa. Interviene acuto un soprano che lo invita ad ammirare il cappello confezionato in vista delle nozze e il baritono si profonde in complimenti, mentre continua a misurare. Come vi figurate questi personaggi? Quanti anni avranno? 
 

Sono personalità complesse, vive e intraprendenti: Figaro, il Conte di Almaviva, Selim, Belmonte, Osmin, Ferrando e Guglielmo – solo per citarne alcuni. Ho passato anni ad ascoltare i vinili di mio padre, prima di vedere una rappresentazione dal vivo e dare volti a quelle voci. Ci avevo fantasticato sopra a lungo. Me li immaginavo adulti, trentenni affascinanti dalla voce profonda e suadente.
Fui così sorpresa e un po’ delusa quando, facendo due conti, mi resi conto di quanti anni avessero in realtà. Figaro delle famose Nozze – che sta per sposare l’amata Susanna e si batte affinché questo matrimonio possa aver luogo, contro la volontà del Conte che, invece, vorrebbe esercitare il diritto feudale su Susanna, trascorrendo con lei alcune mezzore in antri ascosi del suo podere… –  non doveva avere più di diciassette o diciotto anni, per star larghi. Un ragazzino!
Mi sembrava incredibile, ma il libretto parla chiaro. Quando il Conte gli impone di sposare non Susanna, ma la vecchia Marcellina (non voglio immaginare che cosa intendesse qui il caro Mozart con “vecchia” –  e preferisco non indagare oltre), per saldare un vecchio debito (“Lei t’ha prestato duemila pezzi duri”), Figaro si rifiuta, affermando che non potrà piegarsi a un tale matrimonio senza avere prima l’assenso dei suoi nobili parenti che, ahimè, non è ancora riuscito a ritrovare. Spiega infatti che in tenera età fu rapito e sottratto alla sua nobile famiglia. Da allora sono trascorsi dieci anni. Dieci anni? Mettiamo caso che sia stato rapito all’età di sette anni (ma avrebbe potuto averne anche sei o nove), aggiungiamo i dieci della ricerca ed ecco che Figaro, dall’attraente trentenne del mio immaginario, diventa un ragazzetto di poco più di diciassette anni. 

   
In Così fan tutte non c’è bisogno di grandi calcoli o congetture per scoprire l’età delle due protagoniste dell’opera, Fiordiligi e Dorabella – anch’esse in procinto di sposarsi, il cui amore per i rispettivi fidanzati è messo alla prova da Don Alfonso che, con l’aiuto della cameriera Despina, cerca di indurre (e ci riesce!) le due donne a tradire i promessi sposi con (nientemeno che) i fidanzati stessi travestiti da avvenenti stranieri – tutto questo per dimostrare che le donne sono tutte uguali: infedeli, traditrici. Despina, per convincere le due protagoniste a cadere tra le braccia degli insistenti spasimanti canta che:  

 
 Una donna a quindici anni
dee saper ogni gran moda, / dove il diavolo ha la coda, / cosa è bene e mal cos'è.
Dee saper le maliziette / che innamorano gli amanti, / finger riso, finger pianti,/ inventar i bei perché.
Dee in un momento / dar retta a cento, / colle pupille / parlar con mille, /
dar speme a tutti, / sien belli, o brutti, / saper nascondersi / senza confondersi,
senza arrossire / saper mentire / e, qual regina / dall'alto soglio, / col posso e voglio
farsi ubbidir.    

Dorabella e Fiordiligi sono due quindicenni. E quante cose devono essere in grado di fare a quindici anni! Sapere cos’è bene e cos’è male, fare innamorare fingendo riso o pianto gli uomini ingenuotti – sia che siano belli, sia che siano brutti. La cosa più importante, però, è sapere mentire e sfruttare la menzogna per comandare. È vero che si tratta di opere composte alla fine del 1700 e che allora a quindici anni si era già donne fatte, ma prendere la consapevolezza della loro età rivoluziona il mio modo di immaginarle. Immagini corroborate anche dalle messe in scena più diffuse: sia quelle tradizionali, che quelle più moderne – che le fanno apparire come trentenni disilluse, un po’ annoiate e consumate dall’alcol.

Più simpatica trovo invece quella di Sergio Morabito in cui Dorabella è una quindicenne impacciata  e insicura che si fa incantare dalle parole della scaltra cameriera e comincia timidamente a sognare corteggiamenti romantici e amanti passionali. 


 Del resto, come rimproverare di infedeltà verso fidanzati assenti due quindicenni in piena tempesta ormonale?

Nessun commento:

Posta un commento